Prendendo spunto dalla Sahm Rule e dal suo studio sulla relazione tra Disoccupazione e Recessione, ho sviluppato una regola che deriva da una ricorrenza statistica che mette in relazione il Tasso di Disoccupazione Usa con la sua Media Mobile a 18 mesi.

Se il tasso di disoccupazione supera la sua media mobile con uno scarto superiore allo 0,25%, allora potremmo aspettarci un aumento della disoccupazione nel corso dei mesi successivi

La linea gialla rappresenta la media a 18 mesi, la linea bianca il tasso di disoccupazione, i cerchi individuano il punto in cui il tasso di disoccupazione ha superato la media innescando di fatto il movimento rialzista del tasso di disoccupazione nei mesi successivi. 

Oggi la regola è stata innescata, precisamente a partire da ottobre 2023, quando il tasso di disoccupazione si è portato al 3,9% contro il 3,59% della media, uno scarto dello 0,31%, superiore al requisito minimo per innescare il movimento rialzista. I mesi successivi hanno visto sì un aumento della disoccupazione ma ancora nulla di preoccupante, o meglio, ancora nulla di paragonabile a quanto visto storicamente. Lo scarto più alto si è avuto a luglio 2024 quando abbiamo visto una differenza dello 0,53% tra la media e la disoccupazione, ora (dato di aprile 2025) lo scarto è dello 0,19%. 

La negazione della regola avviene nel momento in cui il tasso di disoccupazione torna sotto la sua media rimanendo poi al di sotto di essa per confermare l’inversione di tendenza nei mesi successivi. Fino a che il tasso di disoccupazione rimane sopra la media, dopo l’innesco del superamento dello 0,25%, l’attenzione rimane su possibili accelerazioni al rialzo della disoccupazione. 

L'importanza della Disoccupazione nell'Analisi Macro

La disoccupazione risulta correlata all’andamento dell’inflazione seguendo il principio della Curva di Phillips secondo cui, in modo approssimativo, ad un calo dell’inflazione corrisponde un aumento della disoccupazione e viceversa. Quindi se l’inflazione scende, la disoccupazione sale, questo è valido solamente a patto che non ci si aspettino delle reazioni simultanee tra le due variabili sulla stesso arco di tempo.

Ad esempio, se l’inflazione scende per due mesi consecutivi, non è detto che negli stessi mesi si vedrà un aumento della disoccupazione, probabilmente ciò avverrà nei mesi successivi. Nel lungo termine queste differenze di natura temporale sono risultate la normalità

L’aumento della disoccupazione si accompagna anche ad una diminuzione dei consumi, da cui deriva il ribasso dell’inflazione, e un probabile aumento del rischio di recessione, dipendente principalmente dall’entità dell’aumento della disoccupazione. Tanto più aumenta la disoccupazione, tanto più alto il rischio di forte rallentamento economico. 


Tassi di Interesse e Disoccupazione

Come si può notare dal grafico, la linee rosse verticali identificano i massimi dei tassi (parte superiore del grafico in linea bianca) e i minimi del tasso di disoccupazione (parte inferiore del grafico in linea gialla). In sostanza, quando i tassi sono sui loro massimi, la disoccupazione è sui minimi per poi ripartire al rialzo in coincidenza di tassi che vengono tagliati. Questo è uno dei motivi per cui la Federal Reserve tende ad avere un duplice mandato, ossia quello dell’inflazione target al 2% (Inflation Targeting) e la massima occupazione (disoccupazione sui minimi). 

Date le circostanze attuali, un aumento della disoccupazione potrebbe portare ad un ciclo di taglio dei tassi che al momento ancora non ha preso vita, per via di una disoccupazione che stenta a salire. Al momento la disoccupazione è al 4,2% con i tassi di interesse Fed all’interno della forchetta 4,25-4,5%, propensi a scendere nel corso dei prossimi mesi. 

Al fine di avere una panoramica più esauriente circa la regola in questione, vi invito a vedere la sezione video del mio canale Youtube (clicca qui per aprire il canale). I grafici sul tasso di disoccupazione che vedete li trovate su TradingView 

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